L’amministrazione della Casa di Riposo è compito di un Consiglio di Amministrazione di cinque persone nominate dal Sindaco del Comune di Guarene, che identificano al loro interno un presidente pro-tempore e legale rappresentante della Casa stessa.
L’attuale Casa di Riposo, costruita, rimaneggiando e ampliando con la costruzione di una nuova ala di fabbricato, sul finire degli anni ’70, la villa con giardino lasciata in eredità (insieme al suo alloggio di residenza in Torino), alla sua morte nel 1937 dall’avv. Secondo Paoletti, è posta sostanzialmente di fronte al vecchio “Ospizio” divenuto tale nei primi anni del ‘900 (un fabbricato di fine ‘700 con circa 15 posti letto per gli anziani e 6-7 per le Religiose, collegato al soprastante Asilo Infantile mediante una ripida scalinata interna), per consentire a queste ultime di prestare la loro opera nelle due Istituzioni.
Infatti, il mattino, 3 suore, tra cui una cuoca, salivano nell’asilo per occuparsi dei bambini, rientrando nel tardo pomeriggio in aiuto alle altre 2-3 rimaste nell’ospizio, per chiudere la giornata con gli anziani).
Viene fino a metà degli anni ’80, gestita dalle suore della “Piccola Casa della Divina Provvidenza” più conosciuta come Cottolengo di Torino che lentamente, in particolare a causa delle contrazioni vocazionali, si vede costretta a ridurre le stesse nel numero e nei servizi offerti, cominciando dall’Asilo e arrivando diversi anni dopo, a sguarnire di tale Servizio anche la Casa di Riposo. I costi di funzionamento sono ovviamente ridotti al minimo, essendo le Suore operatrici a costo zero, come ugualmente le prestazioni dei componenti il Consiglio di Amministrazione succedutisi negli anni.
Vanto della Comunità, creata per accogliere e accudire negli ultimi anni terreni anziani indigenti e talvolta afflitti da infermità fisiche (in quei tempi, persone zoppe o gobbe, non erano rari a trovarsi per le campagne; prevalentemente uomini che sul loro attaccamento alla grama vita della terra di collina avevano costruito l’esistenza), che in totale assenza di coperture previdenziali e sociali, sopravvive nell’Ospizio, grazie alle offerte, prevalentemente in natura, della popolazione locale.
I ringraziamenti delle Suore spaziano, sui Bollettini Parrocchiali, dalla frutta e verdura di stagione, alle uova (che pur giungevano a integrare quelle del pollaio della Casa) , allo zucchero, al latte ecc. (equamente successivamente ripartite tra Ospizio e Asilo).